Che cos’è e a cosa serve l’acido folico e gravidanza Milano?
L’acido folico è una vitamina idrosolubile (vitamina B9), capostipite di una serie di sostanze (coenzimi folici) sintetizzati da piante e batteri, che vengono trasformati dall’organismo umano fino ad arrivare alla forma attiva, il metiltetraidrofolato. L’insieme di queste sostanze viene denominato folati.
L’acido folico e gravidanza Milano è essenziale per il metabolismo degli acidi nucleici (i costituenti del DNA), di alcuni aminoacidi (i mattoncini che formano le proteine) e per la trasformazione dell’omocisteina in metionina (di cui spiegheremo in seguito l’importanza).
Un adeguato apporto di folati è indispensabile per le cellule che si riproducono velocemente (cellule del sangue, della pelle, della mucosa dello stomaco e dell’intestino) e per i neuroni, cioè le cellule del cervello e del midollo spinale.
Le principali fonti alimentari di folati sono i vegetali (verdure a foglia verde, cavoli, rape, carote, arance, legumi, grano, orzo), il lievito di birra, il fegato, il rene. La cottura in pochi minuti lo distrugge quasi completamente (90%).
Metabolismo dei folati
L’acido folico e gravidanza Milano viene assorbito dall’intestino solo dopo essere stato trasformato da un enzima nella forma attiva, il metiltetraidrofolato. Dall’intestino passa al fegato, dove una parte viene tenuta di riserva mentre la restante viene distribuita ai tessuti attraverso la circolazione. L’eliminazione avviene attraverso i reni.
I vari tipi di folati vengono assorbiti in modo diverso. In particolare i folati presenti negli alimenti hanno un assorbimento del 50% inferiore rispetto ai folati somministrati sotto forma di integratori o di farmaci (folati di sintesi).
Fabbisogno di folati
La quantità di folati presenti nel sangue può essere misurata (folatemia): il valore normale si aggira intorno a 6 ng/ml (cioè 6 miliardesimi di grammo per millilitro).
Alla nascita la folatemia è elevata: 12-24 ng/ml, perché l’organismo ha un fabbisogno elevato a causa della rapida crescita. I folati naturalmente provengono dal sangue materno che arriva al feto tramite la placenta, e questa è una delle spiegazioni del perché in gravidanza possa verificarsi nella madre una situazione di carenza di folati.
Un regime dietetico equilibrato dovrebbe fornire 50-500 µg (50-500 milionesimi di grammo) al giorno di acido folico
Nell’adulto sano il fabbisogno giornaliero minimo di acido folico è di 50 µg. Uno studio ha stabilito che negli Stati Uniti il 15-20% della popolazione ha un’introduzione di folati con la dieta inferiore a questo livello minimo, e che tale percentuale stia aumentando, a causa del crescente consumo di alimenti cotti a scapito di una dieta ricca di vegetali crudi. Nonostante molti ritengano che in Italia la dieta mediterranea consenta un apporto di folati più che sufficiente, in realtà gli studi dimostrano che questo non è vero, e che una quota abbastanza elevata di persone ha un’introduzione di acido folico inferiore ai livelli considerati minimi.
In alcune situazioni si verifica inoltre un aumento della richiesta, una maggiore distruzione o un ridotto assorbimento dei folati. In questo caso è necessario aumentare l’introduzione, attraverso la dieta o con l’assunzione di integratori o farmaci. Queste situazioni sono ad esempio l’infanzia, l’adolescenza, l’età superiore a 55 anni, la gravidanza, l’allattamento, l’assunzione prolungata di estroprogestinici (pillola), le terapie con farmaci antiepilettici, l’abuso di alcolici, le malattie croniche, le malattie infiammatorie intestinali.
Alcune persone presentano poi un’alterazione genetica del metabolismo dei folati, che determina insufficienti livelli di folati nel sangue, anche in presenza di una dieta corretta.
Disturbi da carenza di acido folico
L’insufficiente introduzione nell’organismo di acido folico provoca alterazioni a diversi livelli: anemia macrocitica (cioè con globuli rossi inferiori per numero ma superiori per dimensioni, e riduzione dell’emoglobina, la proteina presente nei globuli rossi che ha la funzione di veicolare l’ossigeno), alterazioni nervose (irritabilità, aumento dei riflessi tendinei, insonnia, disturbi della memoria, sindrome delle gambe senza riposo, stanchezza) e sintomi gastrointestinali (perdita di peso, disturbi digestivi, diarrea, infiammazione delle mucose della bocca).
Questi sintomi sono noti da tempo, ma in questi ultimi anni la ricerca scientifica ha messo in luce la centralità del ruolo di un’insufficiente apporto di acido folico in due condizioni che hanno importanti riflessi sulla gravidanza: i difetti del tubo neurale (DTN) e l’iperomocisteinemia.
Difetti del tubo neurale (DTN)
I DTN sono causati da mancata saldatura della cresta neurale nel periodo dell’embriogenesi. In pratica, non avviene la chiusura delle due metà che formano l’embrione lunga la linea di mezzo, per cui il cranio o la spina dorsale o ambedue rimangono separati completamente o parzialmente. Queste alterazioni hanno gravità variabile, dall’assenza completa del cranio, incompatibile con la vita (anencefalia), alla fuoriuscita di materiale cerebrale (meningocele o mielomeningocele), alla spina bifida di grado modesto (occulta) con minimi o assenti problemi nervosi, alla spina bifida aperta, con fuoriuscita di tessuto nervoso e alterazioni come paralisi degli arti e/o incontinenza.
I DTN colpiscono lo 0,5-3/1000 nati vivi (a seconda delle popolazioni) da gravidanze non a rischio. Sono considerate a maggior rischio le gravidanze in donne con anemia macrocitica, diabete, epilessia, malattie croniche, iperomocistinemia, precedente figlio con DTN. In quest’ultimo caso, il rischio aumenta di 15-20 volte. Tuttavia, solo il 5% dei DTN si verifica in gravidanze considerate a rischio per questa patologia, e ciò significa che la maggior parte dei casi si verifica in donne considerate non a rischio, che quindi non ricevono una terapia con folati.
I DTN si verificano nel periodo dell’embriogenesi, dal 24° al 28° giorno dalla fecondazione. Le cause probabilmente sono varie: predisposizione etnica, cause ambientali, febbre durante la gravidanza, le cause materne citate prima. Tra le cause ambientali è stata identificata con certezza la carenza di acido folico, necessario per la corretta replicazione delle cellule in rapida crescita.
Iperomocisteinemia
Come già detto, l’acido folico interviene come coenzima nella trasformazione dell’omocisteina, un aminoacido, in metionina, un altro aminoacido. Un ridotto livello di acido folico, vitamina B12 e vitamina B6 (per cause genetiche o alimentari) determina un aumento del livello di omocisteina. E’ stato dimostrato che l’iperomocisteinemia costituisce un fattore di rischio per le trombosi arteriosi e venose, a causa dell’azione di questa sostanza sulle pareti dei vasi e sulla coagulazione del sangue.
Vi sono buoni motivi per ritenere che un livello di omocisteina superiore alla norma possa favorire in gravidanza la comparsa di svariate alterazioni: malformazioni fetali di vario tipo, aborti spontanei ripetuti, gestosi, ritardo di crescita intrauterina, distacco di placenta, morte endouterina.
Queste alterazioni sono determinate sia dal danno causato dall’omocisteina ai vasi e alla circolazione dell’utero, della placenta e del feto, sia perché l’omocisteina sembra in grado di alterare direttamente i geni responsabili della maturazione e differenziazione cellulare.
Effetti della profilassi con folati in gravidanza
Un trattamento eseguito al fine di prevenire o ridurre la comparsa di una malattia viene denominato “profilassi”. La somministrazione di folati viene quindi definita profilattica perché eseguita con lo scopo di ridurre la comparsa di malformazioni fetali.
Ma quali sono le prove raccolte fino ad ora dalle ricerche scientifiche sull’utilità della profilassi con folati in gravidanza?
Vi è ormai accordo unanime che una supplementazione di folati sia in grado di ridurre l’incidenza di DTN del 40%.
Per gli altri tipi di malformazioni le prove di efficacia dei folati sono meno evidenti. Per le malformazioni cardiache la riduzione del rischio sembra essere intorno al 24%, mentre per altre malformazioni (labbro leporino, malformazioni renali, malformazioni degli arti) la riduzione del rischio potrebbe essere di circa il 20%.
L’incidenza di malformazioni congenite in Italia è di circa 3 su 1000 gravidanze, ed è quindi stato stimato che se tutte le donne lo prendessero avremmo ogni anno 897 malformazioni congenite in meno.
Per quanto riguarda le alterazioni alla circolazione dell’utero, della placenta e del feto causate dall’iperomocisteinemia, sono ancora in corso le ricerche per valutare definitivamente il ruolo benefico di una supplementazione di acido folico.
Un recente studio ha inoltre messo in evidenza un aumento dell’incidenza di sindrome di Down nelle gravide con alterazione del metabolismo dei folati, suggerendo quindi che anche una malattia cromosomica possa avere tra le sue cause un’alterazione potenzialmente eliminabile come il deficit di folati.
Quando eseguire la profilassi?
La profilassi con folati al fine di ridurre la percentuale di malformazioni fetali è efficace solo se inizia nel periodo a ridosso del concepimento, ed è quindi consigliabile cominciare già circa un mese prima dell’inizio della gravidanza.
Questo è abbastanza difficile da attuare, perché a fronte di un certo numero di donne che programmano la gravidanza, vi è senz’altro un numero molto superiore di donne che rimangono incinta senza volerlo, o comunque senza averlo programmato.
Perciò, sarebbe auspicabile che non solo le donne che si rivolgono al proprio ginecologo per una visita prima della gravidanza fossero incoraggiate ad eseguire la profilassi, ma che la facessero anche tutte le donne in età fertile che non utilizzano una contraccezione sicura.
In Canada l’acido folico viene aggiunto alla farina di grano, ed in questo modo è stato possibile ottenere una significativa riduzione delle malformazioni fetali.
La profilassi per i problemi di tipo malformativo va proseguita per i primi tre mesi di gravidanza, ma è preferibile continuarla fino al termine, perché i folati prevengono anche l’anemia macrocitica, una condizione molto comune durante la gestazione.
Dosaggio
Il dosaggio consigliato è di 0,4 mg (400 µg) al giorno.
L’acido folico può essere preso singolarmente oppure associato ad altre vitamine in un preparato multivitaminico, scelto tra quelli specifici per la gravidanza.
A questo dosaggio, l’integrazione con acido folico può essere continuata illimitatamente, perché non sono stati evidenziati effetti dannosi di alcun tipo.
Nelle donne che hanno già avuto un figlio affetto da DTN o se vi sono casi in famiglia, è opportuno aumentare il dosaggio fino a 4 mg al giorno. Questo dosaggio è consigliabile anche nelle donne a maggior rischio di avere una carenza di acido folico (donne diabetiche, in trattamento con farmaci antiepilettici, con malattie croniche).
Non è ancora chiaro quale sia il dosaggio più opportuno da utilizzare nelle donne con iperomocisteinemia.
Alcuni studi indicano che l’aumento da 0,4 a 4 mg al giorno nella popolazione non a rischio riduce ulteriormente l’incidenza di malformazioni fetali.
Costo della profilassi
Dato che la profilassi deve essere proseguita a lungo, è importante che non abbia un costo troppo elevato, altrimenti le donne finirebbero per non farla.
I preparati in commercio hanno in effetti un costo contenuto, che varia dai 20 ai 50 centesimi al giorno, a seconda del dosaggio, dei preparati e del fatto che il folato sia presente da solo o in associazione con altre vitamine.
Conclusione
Gli studi indicano che una buona parte della popolazione presenta un’introduzione dietetica inadeguata di folati, combinata spesso a una predisposizione genetica che ne aumenta ulteriormente il fabbisogno.
E’ stato ampiamente dimostrato come la profilassi con folati sia utile nel ridurre le malformazioni fetali, specialmente i difetti del tubo neurale (DTN).
Esistono inoltre forti indicazioni per pensare che esso possa esplicare un ruolo positivo anche nel ridurre serie complicanze della gravidanza, come l’aborto ripetuto, la gestosi, il ritardo di crescita, la morte intrauterina, il distacco di placenta. Recenti studi indicano anche che esso potrebbe avere un ruolo nel diminuire l’incidenza della sindrome di Down.
La profilassi con folati andrebbe quindi consigliata ad ogni donna in età fertile che non usa metodi contraccettivi sicuri.
Purtroppo, le donne che iniziano una gravidanza mentre stanno già prendendo dei folati sono oggi una minoranza, e probabilmente bisognerebbe attuare una strategia sanitaria che aumenti la conoscenza in questo campo, cominciando a parlarne già nella scuola, come si fa da alcuni anni per la fluoroprofilassi anticarie, che ha portato a una drastica riduzione di questa patologia dentaria.
Nel frattempo, il medico curante e soprattutto il ginecologo sono i personaggi chiave per la diffusione delle informazioni e dell’utilizzazione della profilassi con folati, parlandone già alle ragazzine e soprattutto alle donne che ancora non sono in gravidanza ma che potrebbero esserlo tra breve.
In questo caso, prendere delle vitamine non è solo una moda, ma un intervento veramente utile per la salute della mamma e del bambino.