Sindrome premestruale Milano. Quasi tutte le donne presentano qualche disturbo prima dell’arrivo delle mestruazioni. Una certa percentuale di donne tuttavia presenta una serie di sintomi la cui intensità è tale da modificare la qualità della vita, impedendo il normale svolgimento delle attività quotidiane e interferendo con l’equilibrio psico-fisico e relazionale.
In questi casi si parla di sindrome premestruale Milano.
Il ciclo ormonale
Durante la vita fertile, le ovaie producono gli ormoni femminili, estrogeni e progesterone. La produzione ormonale delle ovaie è regolata da ormoni prodotti dall’ipofisi (una ghiandola situata nel cervello), detti gonadotropine, a loro volta regolate da sostanze secrete dall’ipotalamo (anch’esso una zona del cervello).
Gli ormoni secreti dalle ovaie a loro volta, con un meccanismo di contro-regolazione, influenzano i livelli degli ormoni ipofisari e ipotalamici.
La produzione di ormoni ovarici è ciclica: durante la prima fase del ciclo vengono prodotti quasi esclusivamente estrogeni, durante la seconda fase, dopo l’ovulazione, estrogeni e progesterone.
Sintomi
Questo disturbo viene definito come “sindrome premestruale Milano” perché di esso fanno parte vari sintomi, alcuni dei quali possono prevalere in alcune donne, altri in altre.
Questi sintomi sono di entità e durata variabile, ma di solito si manifestano nella settimana precedente la comparsa delle mestruazioni.
I sintomi più frequentemente lamentati dalle donne che soffrono di s.p.m. sono: dolore addominale e/o lombare, tensione al seno, cefalea, nausea, gonfiore, aumento di peso, malessere generale, bulimia, stitichezza o diarrea, acne, sudorazioni, vampate, irritabilità, ansia, insonnia, depressione, instabilità emotiva.
Diagnosi
La diagnosi della s.p.m. è sostanzialmente clinica, cioè si basa sulla sintomatologia riferita dalla paziente. Non esistono esami diagnostici,ma una visita ginecologica è comunque consigliabile per escludere che alcune dei sintomi siano dovuti a patologie organiche.
In particolare, gli esami ormonali non sono di nessun aiuto per la diagnosi e la terapia.
Solo nei casi gravi e in cui esistano dei dubbi che i sintomi della paziente siano realmente dovuti a s.p.m., s può eseguire il test con analoghi. Gli analoghi sono dei farmaci che bloccano l’azione delle gonadotropine, cioè gli ormoni ipofisari che stimolano la produzione di ormoni ovarici. Somministrandoli, si crea una menopausa farmacologia: se durante questo periodo si manifestano ugualmente i sintomi, significa che non ci troviamo di fronte a una s.p.m. Ovviamente, gli analoghi non sono proponibili anche per la terapia, per il loro altissimo costo e per il fatto che, producendo una situazione ormonale di menopausa, determinano tutti i sintomi e gli inconvenienti ad essa correlati.
Cause
Le cause della sindrome premestruale sono ancora sconosciute, nonostante molte ipotesi siano state avanzate. La situazione ormonale è sicuramente la causa primaria, ma le donne con s.p.m. hanno livelli di ormoni sessuali nel sangue sovrapponibili a quelli delle donne che non ne soffrono. Probabilmente la s.pm. è determinata da una predisposizione psicologica o biochimica a sviluppare dei sintomi i seguito ai fisiologici mutamenti endocrini del ciclo mestruale.
Terapia
Dato che non si conosce ancora la causa della s.p.m., non esiste una terapia unica, risolutiva e ben codificata. Moltissime sono le terapie proposte, e questo la dice lunga sulla loro efficacia.
Tra i metodi non farmacologici vi sono l’agopuntura, la psicoterapia, l’omeopatia, lo yoga e via dicendo.
Tra le terapie farmacologiche non ormonali sono state sperimentate vitamine e oligoelementi, diuretici, ansiolitici, antidepressivi, e tra le terapie ormonali progestinici e antiprogestinici, estrogeni, ormoni maschili, la pillola estroprogestinica.
Le donne con s.p.m. sono inoltre particolarmente sensibili all’effetto dei placebo (fino la 70%, secondo alcuni studi), benché in modo non duraturo. Per questo motivo alcune terapie possono apparire in un primo momento efficaci, mentre la loro utilità viene in seguito smentita da studi più approfonditi.
Le terapie che in determinate pazienti possono senz’altro sortire degli effetti, e quelle per cui gli studi controllati con placebo hanno dimostrato un’efficacia sono:
Pillola estroprogestinica
Il ciclo mestruale femminile è caratterizzato da fluttuazione dei livelli ormonali, mentre somministrando la pillola si hanno durante tutto il ciclo gli stessi livelli di estrogeni e progestinici, con riduzione costante delle gonadotropine.
Dato che i sintomi si presentano in fase premestruale, prendendo continuativamente la pillola senza effettuare le pause di sospensione si evita la mestruazione, e in teoria si dovrebbero evitare i sintomi premestruali. Si può sospendere l’assunzione ad esempio ogni tre mesi anziché tutti i mesi. La terapia è semplice e presenta anche l’effetto contraccettivo, per cui vale senz’altro la pena di provarla, soprattutto nelle pazienti con dolori mestruali e/o premestruali.
In molte pazienti tuttavia si ottiene soltanto l’effetto di avere una s.p.m. durante tutto il mese anziché solo nella settimana precedente il ciclo.
Diuretici
Molte pazienti con s.p.m. riferiscono una sensazione di gonfiore, che però molto spesso non corrisponde ad un reale aumento di peso, e quindi ad un vero e proprio quadro di ritenzione idrica. Solo nelle pazienti con vera ritenzione idrica può essere indicato utilizzare dei diuretici, e n questi casi è preferibile utilizzare lo spironolattone, un diuretico antagonista dell’aldosterone.
Vitamina B6
Si tratta di uno dei pochi presidi farmacologici per i quali sia stata dimostrata una reale utilità in studi controllati, benché non in grossa misura e non in tutte le donne, anche se le pazienti con s.p.m. non presentano un deficit di vitamina B6 nel sangue. Si può utilizzare alla dose di 300 mg al giorno nei 15 giorni precedenti la comparsa del ciclo.
Antidepressivi
Questi farmaci hanno dimostrato una reale efficacia nel miglioramento dei sintomi della s.p.m., benché ovviamente sia indicato utilizzarli solo nelle forme più gravi e insensibili alle altre terapie. Si devono impiegare antidepressivi della classe degli inibitori selettivi del reuptake della serotonina, come la fluoxetina e la paroxetina. La terapia purtroppo deve essere continuativa e prolungata.